Indivia

L’indivia è una pianta tipica delle regioni mediterranee. Alcune fonti collegano il nome “endivia” con una probabile origine indiana dell’ortaggio. Nell’antica Roma era indicata con il termine intybus; fu poi Linneo ad attribuire il nome di specie Intybus alla cicoria. Successivamente le indivie furono ricomprese nella specie C. endivia.

La coltivazione delle indivie è diffusa in tutto il territorio italiano. Le regioni maggiormente interessate a questa coltura sono la Puglia, la Lombardia, il Veneto, il Lazio e la Toscana, oltre alle Marche, che hanno una lunga tradizione produttiva. Il prodotto commestibile dell’indivia (Cichorium endivia L.) è costituito dal “cespo” e cioè dalla rosetta di foglie che nell’accrescimento si sovrappongono e si serrano in un grumolo, detto cuore, più o meno compatto. Le migliori indivie hanno il cuore del grumulo imbiancato, tenero e croccante.

L’imbianchimento è ottenuto con la legatura del cespo nell’ultima fase del ciclo di sviluppo e grazie all’impiego di varietà che hanno una buona capacità di imbiancamento. Se lasciate svilupparsi, le piante passano allo stadio riproduttivo: il fusto si allunga in uno scapo fiorale alto fino a un metro, ramificato e portante infiorescenze a capolino composte di 18-20 fiori bluastri. La raccolta pertanto deve avvenire prima che le piante passino allo stadio riproduttivo, in modo da evitare che le preziose sostanze nutritive accumulate nelle foglie siano utilizzate dalla pianta per alimentare gli organi riproduttivi.

Categoria: Verdura

Proprietà nutrizionali

Ripartizione percentuale dell’energia

0.9 gr

Proteine

0.3 gr

Lipidi

2.7 gr

Carboidrati

16 kcal

Energia

TIPOLOGIE E VARIETÀ

L’Indivia comprende tre sottospecie: – Indivia scarola (Cichorium endivia latifolium) – Indivia riccia (Cichorium endivia crispum) – Indivia Belga o Witloof (Cichorium intybus).
L’indivia scarola è la più importante delle indivie, sia per qualità del prodotto sia per diffusione. L’indivia riccia differisce dalla scarola per le sue foglie con lembi profondamente arricciati; i cespi hanno la rosetta di foglie a “cuore” molto ridotto. Le cure colturali e l’imbiancamento sono le stesse della scarola. L’indivia è specie da stagione fredda, in particolare la varietà scarola. Le colture primaverili iniziano tra marzo e aprile. Una coltura tardiva si può seminare a luglio. L’indivia riccia o scarola si semina in semenzaio e si trapianta a dimora quando le piantine hanno quattro o cinque foglie alla distanza di 25-30 cm sulla fila e 30-40 cm tra le file. Le prime semine si fanno a gennaio su letto caldo, poi si semina ogni venti giorni per avere un raccolto continuo. Nei mesi estivi si semina direttamente sul posto. La profondità di semina è di circa un grammo di seme per un metro quadro di semenzaio. L’imbianchimento si esegue raccogliendo le foglie di ogni cespo e legandole con un filo di rafia. La legatura della pianta dura 15-20 giorni sia nelle scarole sia nelle ricce. Quando la pianta ha raggiunto un apprezzabile sviluppo, possono essere necessarie due legature: una in alto e una in basso. Prima delle legature è necessario controllare che le foglie siano bene asciutte. La raccolta deve essere effettuata nelle ore più fresche della giornata e si deve evitare l’esposizione al sole del prodotto raccolto. La raccolta si esegue a scalare man mano che i cespi hanno raggiunto una dimensione idonea alla varietà di appartenenza, siano ben formati e abbiano una bella colorazione gialla della parte centrale. I cespi sono recisi a livello del colletto e puliti dalle vecchie foglie. In quest’operazione si presta massima attenzione alle operazioni di taglio della radice in quanto il torsolo deve essere reciso in modo netto in corrispondenza della corona fogliare esterna. La raccolta e l’imballaggio in casse di plastica o bins delle indivie grezze devono essere condotti in modo da minimizzare la presenza di terra e altre impurezze sulle foglie. Il prodotto grezzo alla rinfusa è stoccato in modo da rimanere protetto dai raggi solari e in giornata preparato e mondato in modo che i cespi siano interi, sani, non prefioriti e di aspetto fresco e privati delle foglie esterne lesionate o imbrattate. Al momento della lavorazione, le foglie sono mondate per cercare di lasciare la maggior quantità di prodotto commestibile. Nei punti di vendita le indivie si presentano “aperte”: le foglie sono allargate e lasciano scoperto il cuore del cespo. Per riuscire a fare quest’operazione senza rompere la pianta, la si immerge in acqua in modo che la pressione esercitata riesca ad aprire le foglie in modo naturale. Indici di qualità Un requisito importante è la pulizia dei cespi. La proporzione di foglie gialle del cuore (20-30%) costituisce criterio di qualità. L’indivia in condizioni ideali ha un gusto leggermente piccante e amaro e consistenza croccante. La sovramaturazione, in conseguenza di una raccolta ritardata, causa un gusto troppo amaro e l’indurimento dei tessuti. L’indivia Witloof o Belga ha foglie chiuse e forma allungata (da 10 a 20cm di lunghezza). Il sapore è particolare e leggermente amaro. Deve il suo bel colore bianco al fatto che la radice della pianta è fatta crescere al buio, dove il verde delle foglie non ha possibilità di svilupparsi. L’indivia Witloof fu scoperta per caso in Belgio, per questo motivo è anche chiamata “Belga”.

ORIGINE E PERIODI COMMERCIALI

Le indivie di produzione locale marchigiana sono insalate a raccolta tipicamente autunno-invernali. Grazie all’integrazione con altre provenienze più meridionali, riccia e scarola oggi sono disponibili durante tutto l’arco dell’anno, così come l’indivia Belga (Witloof), proveniente da Olanda e Belgio per dodici mesi l’anno e da Francia nel periodo Ottobre – Maggio. Non esistono denominazioni di origine protette IGP o DOP nell’Unione Europea. Le coltivazioni tipiche di Belga tradizionali si trovano in Francia, in particolare Bretagna, Olanda e Belgio, mentre le altre indivie sono produzioni tipicamente mediterranee.

SCHEDA NUTRIZIONALE

Discreta, per essere un’insalata, la quantità di provitamina A di scarola e riccia; contiene anche vitamina C, del gruppo B, sodio e potassio. Diuretica e saziante, è ideale nei regimi dimagranti molto rigidi – apporta 16 calorie per etto – e per disintossicarsi dagli eccessi alimentari della stagione fredda. Grazie all’azione delicata sui reni è indicata in caso di ipertensione, in particolare nelle persone diabetiche. Amara ma salutare, come tutte le indivie, l’indivia Belga è però la tipologia più povera di vitamine a causa del processo di maturazione in ambienti privi di luce. Sebbene contenga poche vitamine, queste sono importanti come la provitamina A e il gruppo B. L’indivia Belga contiene eccellenti quantità di fibra insolubile, particolarmente indicata nelle stitichezze ostinate e negli intestini irritati da abuso di lassativi. Pochissime calorie, solo 18 per 100 g e piccole quantità di calcio, la rendono utile per le diete dimagranti, in particolare in chi soffre di stitichezza.

VERDURA CON ALTO CONTENUTO DI VITAMINA C, FONTE DI POTASSIO E VITAMINA A, CON BASSO CONTENUTO CALORICO, SENZA GRASSI E  A BASSISSIMO CONTENUTO DI SODIO

ALLERGENI E OGM

Glutine: le indivie non contengono glutine. Le indivie non contengono altri allergeni identificati dal Decreto Legislativo 8 febbraio 2006, n. 114. Le indivie fornite da Oro della Terra non hanno origine da organismi geneticamente modificati (OGM). Gli imballaggi e i materiali a contatto con i prodotti venduti da Oro della Terra non contengono lattice di gomma.

ETICHETTA / INDICAZIONI ESTERNE

Per indivia riccia e scarola ciascun imballaggio deve recare, in caratteri raggruppati su uno stesso lato, leggibili, indelebili e visibili dall’esterno, le indicazioni seguenti:
– nome e l’indirizzo dell’imballatore e/o dello speditore
– nome comune della specie (indivie ricce, scarole) se il contenuto non è visibile dall’esterno, come per esempio nel caso di casse chiuse
– se del caso, l’indicazione «ottenuta in coltura protetta» o una denominazione equivalente;
– «miscuglio di scarole / insalate», o una denominazione equivalente nel caso di miscugli di scarole (eventualmente anche con lattughe) di diverse varietà e/o di diversi tipi commerciali distinti e/o di diversi colori; se il prodotto non è visibile dall’esterno, occorre indicare le varietà e/o i tipi commerciali e/o i colori e la quantità di ciascun prodotto presente nell’imballaggio.
– Paese di origine ed eventualmente zona di produzione o denominazione nazionale, regionale o locale
– nel caso di un miscuglio di scarole e/o lattughe di diverse varietà e/o di diversi tipi commerciali distinti e/o di diversi colori e di diversa origine, l’indicazione di ciascun Paese di origine deve figurare in prossimità immediata del nome della varietà e/o del tipo commerciale e/o del colore corrispondente.
– Categoria
– Calibro (peso minimo a cespo) o numero di cespi

CONSERVAZIONE DOMESTICA

Scarola e riccia vanno consumate fresche, al più tardi entro due giorni dall’acquisto dopo averle messe in frigo, se si ritarda il consumo perdono gran parte delle vitamine che le caratterizzano.
La scarola può essere conservata anche cotta, in questo caso può stare in frigorifero per tre giorni circa.
In casa l’indivia belga rimane fresca e gustosa per una settimana se conservata in frigorifero. In particolare, l’indivia belga può essere conservata perfettamente in frigorifero in un sacchetto di carta o di plastica con dei forellini. Possibilmente, non esporla alla luce per evitare che cambi colore.

INDIVIE E BELLEZZA

Le indivie sono ipocaloriche e adattissime nelle diete, anche grazie alle buone quantità di minerali contenuti. L’infuso è tonico, depurativo, diuretico e, lassativo. E’ diuretica e blandamente sedativa.